MALNUTRIZIONE

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la malnutrizione come:

uno stato di squilibrio, fra il rifornimento di nutrienti e di energia − scarso o eccessivo − e il fabbisogno del corpo necessario per assicurare la salute e la funzionalità degli organi vitali

Squilibrio che se permane per un tempo troppo lungo può portare a complicanze anche gravi per la salute, con un peggioramento della qualità della vita e un incremento della mortalità.

Il termine comprende perciò sia i danni da deficienza alimentare (malnutrizione per difetto) caratteristici dei paesi in via di sviluppo, sia quelli da alimentazione eccedente (malnutrizione per eccesso), più frequenti negli ambienti industrializzati.

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EDUCAZIONE ALIMENTARE NELL’INFANZIA

La nutrizione è la determinante principale della crescita e del corretto sviluppo del bambino. Influisce sull’espressione dei geni che controllano crescita e metabolismo. Ormoni, fattori di crescita e nutrienti interagiscono tra loro, quindi una malnutrizione (intesa come errato modo di alimentarsi) può essere causa di ritardo nella crescita.

Una corretta alimentazione è quindi un presupposto essenziale per una crescita corretta e sana e deve tener conto delle diverse fasi della vita del bambino, caratterizzate da esigenze nutrizionali, fisiologiche e comportamentali in evoluzione.

Concluso il periodo dello svezzamento, inizia la fase più delicata dell’educazione alimentare. Durante l’infanzia iniziano infatti a strutturarsi e consolidarsi gusti e abitudini alimentari (giuste o sbagliate) che accompagneranno il bambino per il resto della vita e che determineranno lo stile alimentare dell’età adulta.

L’educazione alimentare risulta quindi fondamentale già nei primi anni di vita. Per questo è importante mantenere corrette abitudini alimentari in famiglia, in modo da indirizzare il bambino verso uno stile alimentare salutare, poiché lo sviluppo delle abitudini alimentari è fortemente influenzato dalla struttura e dalle interazioni familiari. Se la famiglia ha abitudini alimentari corrette e relazioni interpersonali positive, si svilupperanno comportamenti alimentari corretti, senza eccessi o carenze.

Il genitore deve educare il bambino a una dieta sana ed equilibrata, non monotona, che alterni ogni giorno tutti i nutrienti in quantità adeguate, assicurando la presenza di un giusto equilibrio tra apporto di proteine animali e vegetali, di zuccheri semplici e complessi, di grassi animali e vegetali e che fornisca un giusto apporto di vitamine, minerali e fibra.

Nell’ottica di una corretta ed equilibrata alimentazione è importante prestare attenzione ad alcuni elementi:

1-  I segnali di fame-sazietà: il bambino che andrebbe alimentato secondo i propri stimoli fisiologici, rispettando il senso di autoregolazione che è già presente nei primi anni di vita (evitando ad esempio di forzarli a finire il piatto se sono sazi) per evitare una eccessiva introduzione di calorie (sempre più comune e sempre senza la consapevolezza da parte dei genitori, i quali hanno sempre paura che il bambino mangi troppo poco e mai troppo). Il che spesso in aggiunta ad una scelta sbagliata del tipo di alimenti e alla sempre più diffusa sedentarietà, porta ad un eccesso ponderale nel bambino. Le scelte alimentari errate sono spesso condizionate dalla aumentata disponibilità, a prezzi sempre più contenuti, di alimenti molto calorici e poco nutrienti, altamente palatabili e in grado letteralmente di stimolare l’appetito e creare addirittura dipendenza.

L’Italia è uno dei paesi con il maggior tasso di obesità infantile al mondo (circa un bambino su 5 è sovrappeso e uno su 10 francamente obeso). Condizione sicuramente dannosa per la salute del bambino perché lo predispone ad una quasi certa obesità da adulto (un bambino obeso ha un’alta probabilità di diventare un adulto obeso sia per le abitudini alimentari errate acquisite e che lo accompagneranno per tutta la vita sia per il numero di cellule adipose che si formano durante l’infanzia e che permangono per tutta la vita. Un adulto obeso è un adulto malato a rischio di patologie correlate con l’obesità che riducono la qualità e l’aspettativa di vita.

2-  La differenza tra fame e appetito: la fame è una reazione fisiologica l’appetito è più una risposta emotiva. Se un bambino ha fame si accontenta di un cibo sano come ad esempio un ortaggio, quando la richiesta è più legata al gusto (“voglia di qualcosa”) si tratta di appetito. In questo caso sarebbe meglio evitare di accontentare il bambino (sicuramente già adeguatamente nutrito) e magari distrarlo in attività interessanti in modo tale che si dimentichi velocemente della richiesta fatta! Questo aiuta anche a evitare spuntini extra fuori pasto a favore di un “ordine” dei pasti durante la giornata.

3-  La differenza tra carboidrati semplici e complessi: e quindi tra zuccheri (che si trovano in tutti i cibi confezionati ma anche  nelle bevande e nei succhi di frutta) e cereali, legumi ecc. Nella dieta del bambino non possono mancare i carboidrati complessi (nelle giuste dosi) che servono per una corretta crescita, ma è importante invece limitare quelli semplici poiché un utilizzo troppo frequente di questi prodotti oltre ad essere diseducativo espone il bambino a rischi potenziali di carie, alterazioni metaboliche (dislipidemie, iperglicemie, ipoglicemie, ecc) e lo predispone a sovrappeso e obesità.

4-  L’importanza della partecipazione: rendere i bambini partecipi di ciò che mangiano permette di far acquisire loro consapevolezza! Il metodo migliore è coinvolgerli già nella scelta degli alimenti da comprare e poi nel sistemarli in casa e infine nel cucinarli.

5-  L’importanza del mangiare insieme ai genitori: magari conversando con i genitori in modo tale che il tempo passato a tavola non li annoi (così da voler scappare quanto prima per tornare a giocare) devono imparare a mangiare con consapevolezza e non a ingurgitare il cibo senza neanche rendersi conto di cosa e quanto abbiano mangiato, cosa che accade ad esempio quando si consumano i pasti davanti alla televisione.

6-  L’importanza di mangiare le stesse cose dei genitori: anche i cibi poco graditi, magari mascherandoli in preparazioni più elaborate o presentandoli in maniera creativa in modo tale da divertire e stimolare la curiosità del bambino.

7-  L’importanza di unire una corretta nutrizione con una regolare attività fisica: i bambini stanno diventando sempre più sedentari, passando ore seduti a scuola, ore seduti a casa a fare i compiti prima e a guardare televisione e giocare con i videogiochi poi.

In conclusione in una società come la nostra, sempre più frenetica, nella quale i ritmi lavorativi costringono ad avere sempre meno tempo da dedicare benessere psicofisico, proprio e dei propri figli, capire l’importanza di un corretto stile di vita e quindi di una corretta educazione alimentare può essere la chiave per una vita in salute.

FONTI

Manuale di nutrizione clinica e scienze dietetiche applicate, P. Binetti, M. Marcelli, R. Baisi, Seu Società Editrice Universo.

Alimentazione e nutrizione umana, A. Mariani Costantini, C. Cannella, G. Tomassi, Il Pensiero Scientifico Editore.

Alimentazione fitness e salute, Marco Neri, Alberto Mario Bargossi, Antonio Paoli, Elica editrice.

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